--IL VELINO CALABRIA-- Reggio Calabria, 09 DIC (Velino) - Tutti d'accordo: governo e Regioni, mondo sindacale e imprese. L'Italia per utilizzare al meglio i programmi comunitari - che tra fondi Ue e cofinanziamento nazionale ammontano a circa 60 miliardi per il periodo 2007-2013 e a oltre 110 se si considerano i fondi del Fas - deve concentrare le risorse su pochi obiettivi strategici ed evitare che vadano disperse in tanti microprogetti. Fondamentale diventa allora la gestione di tali fondi da parte delle amministrazioni che devono diventare piu' responsabili. Soprattutto nelle regioni meridionali dove e' alto il rischio delle infiltrazioni della criminalita' organizzata. Questo il messaggio che sintetizza il senso dell'incontro che si e' tenuto a Reggio Calabria organizzato dal ministero dello Sviluppo economico sulle politiche di sviluppo del Sud. "Un ponte tra le due stagioni", il titolo del convegno che si poneva come obiettivo una sorta di bilancio della precedente programmazione 2000-2006 e un'occasione per dare indicazioni per quella 2007-2013. Evento cui hanno partecipato i ministri Claudio Scajola, Raffaele Fitto (Affari regionali), il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianfranco Micciche' e molti governatori delle regioni del Sud - da Nichi Vendola della Puglia ad Agazio Loiero della Calabria. E ancora: Raffaele Bonanni della Cisl, Cristiana Coppola, vicepresidente di Confindustria e il commissario europeo alle Politiche regionali Danuta Hubner. Luci e ombre, dunque, sull'utilizzo dei fondi Ue dell'agenda precedente. A illustrare i risultati positivi ci ha pensato il capo del dipartimento per le Politiche di sviluppo e coesione del ministero per lo Sviluppo economico, Aldo Mancurti: "L'Italia, a confronto della media dei Paesi Ue, si comporta in maniera virtuosa nell'utilizzo dei fondi comunitari che nel periodo 2000-2006 hanno contribuito in maniera significativa a garantire servizi pubblici collettivi alla popolazione meridionale". "La percentuale delle risorse disimpegnate e' infatti - ha sottolineato Mancurti - irrilevante e inferiore, ad esempio, a paesi come Gran Bretagna e Francia". Anche per quanto riguarda le irregolarita', Mancurti ha sostenuto che "l'Italia e' posizionata relativamente bene nel confronto europeo, collocandosi poco sopra alla media europea, insieme ad altri paesi importanti quali la Gran Bretagna e l'Olanda".
"La nuova programmazione 2007-2013 dei fondi europei per il Sud dovrebbe concentrarsi su pochissimi obiettivi, in particolare per infrastrutture e occupazione", ha detto il vicepresidente di Confindustria per il Mezzogiorno. I governatori, invece, hanno messo in evidenza in quale contesto difficile si sono mossi e difeso quel buono che e' stato possibile realizzare con i fondi Ue. "Il Sud e' afasico, non parla piu'. Ma non e' una gigatesca gomorra.
Questi sono stereotipi ai quali dobbiamo reagire, perche' la parte onesta del Paese lotta ogni giorno per strappare il territorio alla criminalita'", ha detto Vendola. "L'economia legale, soprattutto nelle tre regioni piu' critiche, Calabria, Sicilia e Campania - ha sostenuto Loiero - e' stata inquinata e condizionata in maniera rilevante da capitali mafiosi". E per affrontare questi problemi, ha detto Loiero,- un apporto determinante puo' e deve arrivare proprio dai fondi strutturali europei. Che nel Sud ci sia ancora una mentalita' del finanziamento a pioggia e una burocrazia che ostacola lo sviluppo e' quanto riconosciuto dal sindaco Giuseppe Scopelliti. Il primo cittadino di Reggio Calabria confida pero' in una migliore gestione e in un miglior utilizzo dei fondi: la citta' calabrese che ha ospitato il convegno punta molto sulla crescita dell'occupazione e sull'investimento nell'imprenditorialita' giovanile. Duro il giudizio partito da Fitto. "Il modello che abbiamo utilizzato per la gestione delle risorse non e' stato efficiente - dice - dobbiamo migliorare la qualita' degli interventi. Per una migliore gestione occorre una maggiore responsabilizzazione delle amministrazioni: in questo senso il federalismo diventa determinante".
Per il Mezzogiorno tanto e' stato fatto ma c'e' molta strada ancora da fare, ha sostenuto la Hubner: molte cose vanno fatte meglio, diversamente, lavorando in sinergia tra Commissione, governi e regioni. "Bisogna sfruttare tutte le opportunita' che abbiamo a disposizione". "Come ha autorevolmente ricordato il presidente della Repubblica Napolitano l'economia del Mezzogiorno presenta potenzialita' superiori a quelle delle restanti regioni italiane. Come accaduto in Irlanda, Germania e Spagna, anche da noi le aree deboli possono diventare il vero motore di sviluppo del Paese. Sono fiducioso che gli amministratori e gli imprenditori del Meridione sapranno cogliere responsabilmente le opportunita' di crescita offerte dalle rinnovate politiche di coesione, trasformando finalmente il nostro Sud in un prezioso volano per il rilancio dell'intero Paese". Cosi' il ministro dello Sviluppo Economico chiudendo i lavori del convegno. Per Scajola "dobbiamo essere ancora piu' ambiziosi, dobbiamo fare di piu', semplificando anche i sistemi di gestione finanziaria e di controllo. Solo rendendo le procedure piu' snelle potremo garantire un uso razionale ed efficiente delle risorse". Purtroppo, ha proseguito il ministro dello Sviluppo economico, "il forte rallentamento dell'economia globale rende la nostra azione piu' problematica e complessa". Secondo il ministro, "la situazione e' in prospettiva piu' preoccupante per le regioni del Sud. La questione meridionale e' nei fatti una questione nazionale". Scajola ha sottolineato che "gli effetti dei vincoli di finanza pubblica hanno influenzato fortemente la possibilita' di concentrare e mobilitare le risorse pubbliche di investimento nell'area. Non vi e' dubbio che gli effetti del pur necessario patto di stabilita' interno abbiano costituito un freno al pieno dispiegarsi delle potenzialita' di investimenti a livello regionale e locale. Ma il governo sta operando per rendere compatibile il patto di stabilita' interno con l'esigenza di rafforzare e rilanciare gli investimenti".
Nella precedente programmazione "non sono certo mancati risultati positivi, alcuni dei quali gia' ricordati quest'oggi: dalla riduzione dell'abbandono scolastico alla diffusione della banda larga, dalla ristrutturazione degli aeroporti di Bari, Catania e Cagliari, alla metropolitana di Napoli, all'incremento dei laureati in discipline scientifiche. La strategia del governo Berlusconi mira ad assicurare una concentrazione molto piu' spinta di quella realizzata sinora, in modo da far affluire le risorse disponibili sui progetti di maggior impatto. Nella programmazione 2007-2013 esistono tutti i margini di flessibilita' necessari per realizzare questo obiettivo".
Questo modo di procedere, ha aggiunto il ministro, e' stato adottato nel processo di riprogrammazione delle risorse nazionali del Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas). Con un'azione di rifocalizzazione di tali risorse su infrastrutture strategiche, politiche per la ricerca e l'innovazione, nel rispetto della destinazione dell'85 per cento delle risorse al Sud. (Raffaella Malito) 091808 DIC 08 NNNN
"La nuova programmazione 2007-2013 dei fondi europei per il Sud dovrebbe concentrarsi su pochissimi obiettivi, in particolare per infrastrutture e occupazione", ha detto il vicepresidente di Confindustria per il Mezzogiorno. I governatori, invece, hanno messo in evidenza in quale contesto difficile si sono mossi e difeso quel buono che e' stato possibile realizzare con i fondi Ue. "Il Sud e' afasico, non parla piu'. Ma non e' una gigatesca gomorra.
Questi sono stereotipi ai quali dobbiamo reagire, perche' la parte onesta del Paese lotta ogni giorno per strappare il territorio alla criminalita'", ha detto Vendola. "L'economia legale, soprattutto nelle tre regioni piu' critiche, Calabria, Sicilia e Campania - ha sostenuto Loiero - e' stata inquinata e condizionata in maniera rilevante da capitali mafiosi". E per affrontare questi problemi, ha detto Loiero,- un apporto determinante puo' e deve arrivare proprio dai fondi strutturali europei. Che nel Sud ci sia ancora una mentalita' del finanziamento a pioggia e una burocrazia che ostacola lo sviluppo e' quanto riconosciuto dal sindaco Giuseppe Scopelliti. Il primo cittadino di Reggio Calabria confida pero' in una migliore gestione e in un miglior utilizzo dei fondi: la citta' calabrese che ha ospitato il convegno punta molto sulla crescita dell'occupazione e sull'investimento nell'imprenditorialita' giovanile. Duro il giudizio partito da Fitto. "Il modello che abbiamo utilizzato per la gestione delle risorse non e' stato efficiente - dice - dobbiamo migliorare la qualita' degli interventi. Per una migliore gestione occorre una maggiore responsabilizzazione delle amministrazioni: in questo senso il federalismo diventa determinante".
Per il Mezzogiorno tanto e' stato fatto ma c'e' molta strada ancora da fare, ha sostenuto la Hubner: molte cose vanno fatte meglio, diversamente, lavorando in sinergia tra Commissione, governi e regioni. "Bisogna sfruttare tutte le opportunita' che abbiamo a disposizione". "Come ha autorevolmente ricordato il presidente della Repubblica Napolitano l'economia del Mezzogiorno presenta potenzialita' superiori a quelle delle restanti regioni italiane. Come accaduto in Irlanda, Germania e Spagna, anche da noi le aree deboli possono diventare il vero motore di sviluppo del Paese. Sono fiducioso che gli amministratori e gli imprenditori del Meridione sapranno cogliere responsabilmente le opportunita' di crescita offerte dalle rinnovate politiche di coesione, trasformando finalmente il nostro Sud in un prezioso volano per il rilancio dell'intero Paese". Cosi' il ministro dello Sviluppo Economico chiudendo i lavori del convegno. Per Scajola "dobbiamo essere ancora piu' ambiziosi, dobbiamo fare di piu', semplificando anche i sistemi di gestione finanziaria e di controllo. Solo rendendo le procedure piu' snelle potremo garantire un uso razionale ed efficiente delle risorse". Purtroppo, ha proseguito il ministro dello Sviluppo economico, "il forte rallentamento dell'economia globale rende la nostra azione piu' problematica e complessa". Secondo il ministro, "la situazione e' in prospettiva piu' preoccupante per le regioni del Sud. La questione meridionale e' nei fatti una questione nazionale". Scajola ha sottolineato che "gli effetti dei vincoli di finanza pubblica hanno influenzato fortemente la possibilita' di concentrare e mobilitare le risorse pubbliche di investimento nell'area. Non vi e' dubbio che gli effetti del pur necessario patto di stabilita' interno abbiano costituito un freno al pieno dispiegarsi delle potenzialita' di investimenti a livello regionale e locale. Ma il governo sta operando per rendere compatibile il patto di stabilita' interno con l'esigenza di rafforzare e rilanciare gli investimenti".
Nella precedente programmazione "non sono certo mancati risultati positivi, alcuni dei quali gia' ricordati quest'oggi: dalla riduzione dell'abbandono scolastico alla diffusione della banda larga, dalla ristrutturazione degli aeroporti di Bari, Catania e Cagliari, alla metropolitana di Napoli, all'incremento dei laureati in discipline scientifiche. La strategia del governo Berlusconi mira ad assicurare una concentrazione molto piu' spinta di quella realizzata sinora, in modo da far affluire le risorse disponibili sui progetti di maggior impatto. Nella programmazione 2007-2013 esistono tutti i margini di flessibilita' necessari per realizzare questo obiettivo".
Questo modo di procedere, ha aggiunto il ministro, e' stato adottato nel processo di riprogrammazione delle risorse nazionali del Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas). Con un'azione di rifocalizzazione di tali risorse su infrastrutture strategiche, politiche per la ricerca e l'innovazione, nel rispetto della destinazione dell'85 per cento delle risorse al Sud. (Raffaella Malito) 091808 DIC 08 NNNN
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