giovedì 26 marzo 2009

Orenove/5. Verso il Pdl, i ricordi di Dell'Utri

Roma, 26 MAR (Velino) - A 24 ore dal congresso fondativo del Pdl parla Marcello dell'Utri intervistato dal Corriere della Sera a pagina 15. "Se li ricorda tutti, uno per uno, quelli che 'fecero l'impresa' - scrive Paola Di Caro. Quelli che 'nei sottoscala di Publitalia', come cospiratori perche' 'se lo avessero saputo, i magistrati ci avrebbero fatto a pezzi, come poi si e' visto...', misero su in sei mesi un partito che a settembre del '93 non aveva ancora un nome e che il 27 marzo del '94 vinceva le elezioni e cambiava per sempre la storia italiana. Quindici anni dopo, ancora un 27 marzo, quell'avventura visionaria diventa il Pdl, e con molti ricordi, processi, condanne, soddisfazioni e delusioni alle spalle, Marcello Dell'Utri racconta quegli inizi col tono di chi 'da questa storia ha ricevuto, nonostante tutto, molto: perche' ci ho perso in salute e tranquillita' famigliare, ma ho contribuito a creare qualcosa dal valore inestimabile'. Comincio' quando Martinazzoli e Segni dissero no alla richiesta del Cavaliere di fare fronte moderato contro la sinistra: 'Marcello ú mi disse ú non c'e' altra soluzione: dobbiamo fare un partito noi'. 'Come un partito?' 'Lo fanno tutti, lo faremo anche noi...'. Era determinato, il Cavaliere, a Dell'Utri che guidava Publitalia 'e a 27 ragazzi del gruppo, tra loro Micciche', Ghigo, Galan, Tortoli' affido' il compito di selezionare i candidati e 'non li voleva politici di professione, tutte facce nuove dovevano essere', facce che interpellate cadevano dalle nuvole: 'Ma candidarsi a cosa?', perche' noi non sapevamo ancora come si sarebbe chiamato il partito, e perche' Berlusconi in pubblico negava tutto'. 'Avevamo tanti contro: in azienda erano terrorizzati, imprenditori che contattavamo ci scongiuravano: 'Fallirete voi e pagheremo un prezzo pure noi'. Poi Berlusconi disse che tra Fini e Rutelli a Roma avrebbe votato Fini: 'Macche' uscita studiata, glielo chiesero e fu sincero: Rutelli neanche gli dispiaceva, scelse quello che gli sembrava il male minore'. Oggi la scelta e' definitiva, partito unico, potenza sul territorio, strutture pesanti: 'A pensarci allora, Berlusconi sarebbe impazzito: lui voleva una specie di comitato elettorale che provvedeva alla campagna elettorale e poi spariva. Al massimo, i 27 di Publitalia avrebbero dovuto gestire la 'Cosa' come un'azienda. Fini' che siccome non riuscivamo a completare le liste, anche loro furono buttati dentro, un minuto prima di chiudere le candidature: la loro carriera politica inizio' cosi'. E degli altri, quelli che fecero FI e oggi sono scomparsi, o scoloriti, che pensa Dell'Utri? 'Faccia i nomi'.
Scognamiglio? 'Oddio, me l'ero scordato. Il nulla, il nulla assoluto diventato seconda carica dello Stato'. Urbani? 'Lui non si dimentica, ha dato tanto al partito'. Il generale Caligaris? 'Sorvoliamo, grazie'. Vittorio Dotti? 'Velo pietoso. Il prossimo?'. Tiziana Maiolo: 'Gran donna, battagliera. È finita nelle retrovie per colpa di contrasti locali, merita di piu'. Tiziana Parenti? 'In quel momento fu importante per noi, dimostro' che non tutta la magistratura era asservita. Coraggiosa'. Alessandro Meluzzi? 'Ottimo psicologo, mestiere che giustamente e' tornato a fare'.
Codignoni? 'Straordinario professionista, mise assieme i Club, quando capi' che il suo lavoro era compiuto, se ne ando'. Oggi e' amministratore delegato per la tv francese'.
Del Debbio? 'Un intellettuale vero, di grande livello. Poteva essere ministro, ha scelto la cultura, cio' che davvero gli interessa'. Gianni Pilo? 'Fantastico... Una vignetta disegno' Silvio affranto che si rivolgeva a lui: Gianni, fammi una Diakron!, il nome del suo istituto di sondaggi. Quei numeri per Silvio erano davvero come una flebo'. Erano veri? 'Mai saputo, ma funzionavano... '. E poi Raffaele Della Valle: 'Un signor avvocato, come fu un signore in Parlamento'. E Antonio Martino: 'Un siculo-romano, troppo evoluto per stare con la massa. Ha un senso di superiorita' anche giustificato, non si mischia col pollaio'. E Alfredo Biondi? 'Non ci sara' per la sua veneranda eta', ma grande persona, brillante, generoso.
Venne con slancio in FI con la bandiera dei Liberali: dietro c'era solo lui, ma fu una mossa che ci servi' allora'.
Delusioni? 'Non quelli su cui ho puntato io'. Sorprese?
'Sinceramente, mi avessero detto dove sarebbero arrivati Schifani e Tajani, non ci avrei creduto. Ma e' vero che la carica fa l'uomo, se l'uomo non e' fesso'. Come Frattini: 'Piace molto a Berlusconi, dice sempre: 'Gli chiedo la mattina di fare una cosa e la sera l'ha fatta'. Ama quelli cosi'. E per il futuro? 'Gelmini, Alfano sono gia' una realta'. Ma dai trentenni arriveranno sorprese'. E lui, Dell'Utri, che di quella squadra del '93 si definisce 'l'allenatore-preparatore atletico, Silvio era il presidente, gli altri tutti attaccanti perche' cosi' al Capo piacciono le squadre', lui che si candido' solo nel '96 'e solo per legittima difesa. Mi chiedevano: 'Lei e' deputato?', rispondevo 'Veramente sono imputato', lui adesso vorrebbe tornare a occuparsi 'di cultura, nel nuovo partito'. E alla Fiera di Roma ci sara' e si <> ma mai quanto Berlusconi: 'Lui si' che ci ha messo il cuore. E dire che qui non saremmo arrivati se la sinistra avesse sfruttato le occasioni che ha avuto'. Quante? 'Tante. Nel '95 sembrava tutto finito, nessuno di noi ci credeva piu', nessuno. Solo Berlusconi. Forse'. E l'ultima chance? 'L'hanno avuta nel 2006, potevano fare il governo di salvezza nazionale che gli proponeva Berlusconi. Prodi avrebbe accettato, anche D'Alema credo. Ma quegli altri lo hanno impedito. Sarebbe cambiata la storia'. Berlusconi non favori' il passaggio: 'Berlusconi ha in testa il bene del Paese, il prestigio del-l'Italia nel mondo, questo e' il suo obiettivo, chi ci sta ci sta. Gli avessero teso la mano dall'altra parte, l'avrebbe stretta.
Non l'hanno fatto. E lui va avanti da solo'". (red) 260859 MAR 09 NNNN

1 commento:

Anonimo ha detto...

GRANDE DELL'UTRI
Santino